FAQ: Le domande più frequenti sulla conservazione digitale
Nonostante l’obbligo della conservazione digitale, almeno per alcune tipologie documentali, sia stato introdotto già nel 2018, molte aziende fanno ancora fatica a orientarsi. È fondamentale capire quali siano i veri obblighi normativi e le azioni da intraprendere per garantire la piena compliance.
Questa guida vuole fare chiarezza, evidenziando gli aspetti essenziali per impostare un processo documentale interno solido e a prova di legge.
Qual è la differenza tra conservazione e archiviazione?
L’archiviazione consiste nel memorizzare un documento, digitale o scansionato, su un supporto idoneo in modo ordinato, con l’obiettivo di renderlo reperibile nel tempo.
La conservazione digitale, invece, è un processo regolamentato dalla legge che garantisce ai documenti digitali pieno valore legale. Conservare digitalmente significa sostituire i documenti cartacei con equivalenti digitali, “bloccati” nella forma, nel contenuto e nel tempo tramite firma digitale e marca temporale. Per i documenti “nativi digitali” è possibile mantenere i requisiti di legalità senza passare per la carta.
Solo un documento integro, autentico e immodificato possiede valore giuridico nel tempo. La conservazione a norma tutela l’archivio digitale, assicurando validità legale, autenticità, integrità, leggibilità, affidabilità e reperibilità.
Quali documenti devono essere conservati digitalmente?
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